Ufficio di Pastorale Giovanile 

Tornati carichi di entusiasmo i protagonisti alla Giornata Mondiale a Rio de Janeiro

“Cristo promette molto più di una coppa del mondo”
Settantasette  giovani provenienti dalle diocesi di: Sulmona, L’Aquila, Avezzano, Teramo, Chieti e Trivento con i vescovi: Spina, Santoro, Seccia, D’Ercole e Forte, con alcuni sacerdoti, si sono recati a Rio de Janeiro per la 28^ Giornata mondiale della Gioventù.
Sono partiti il 14 luglio per recarsi a nord di San Paolo nella diocesi di Mogi das Cruzes a Itaquaquecetuba per vivere una settimana missionaria. Sono stati accolti da don Beniamino Resta, sacerdote fidei donum di Avezzano, che guida l’area pastorale di S. Bartolomeo con settantamila abitanti.

I giovani hanno trovato cordiale accoglienza presso le famiglie e subito si sono trovati a loro agio, nonostante le differenze tra l’Italia e una zona del Brasile di periferia. Hanno fatto amicizia con i giovani, hanno ascoltato le catechesi, partecipato alle celebrazioni, raccontato le loro esperienze e vissuto i momenti di festa. Ai loro occhi, al di là delle forme di povertà, è emersa una chiesa di popolo, una chiesa giovane, viva, gioiosa, solidale e fraterna.
Dopo la settimana missionaria, l’intero gruppo si è trasferito a Rio de Janeiro per vivere i tanti momenti e l’incontro con il Papa.
Centro di tutta la settimana è stato il Signore Gesù, accolto nella parola e nell’eucaristia, che ancora una volta ha invitato ad andare e fare discepoli tutti i popoli.
Un mare di giovani ha invaso Rio con i segni della pace e della fratellanza nella comune fede nel Signore Gesù. Quello dei giovani è stato un entusiasmo contagioso e che, per via mediatica, ha sbalordito il mondo intero. Tutti, con un rinnovato amore al Signore Gesù e alla sua Chiesa, hanno preso l’impegno missionario di andare e di testimoniare, fino alle “periferie”, la bellezza del Vangelo.
I giovani dell’Abruzzo e del Molise, recandosi insieme con i loro vescovi e presbiteri, hanno dato testimonianza di comunione e unità tra le chiese e anche il modo nuovo di vivere gli eventi.
Il gruppo di Sulmona, con il vescovo Spina e don Domenico Franceschelli, direttore dell’Ufficio diocesano della pastorale giovanile, ha visto la presenza di Lisa Sterpetti, Daniele Comparetti, Filippo Perfetti, Panfilo Conforti, Andrea D’Aurelio, Giuseppe Ciccarelli, Luca D’Andrea, Emanuele Di Pietro, Francesco Di Pietro, Diego Vicari, Marco Giovannucci, Daniele Formisani.
 
Lisa Sterpetti
Un viaggio di vita,oltre che un cammino di fede. Un'esperienza impegnativa, dal principio fino all'ultimo momento, è stata questa avventura durata ben 18 giorni. Non descriverei solo con queste "povere" parole la mia prima JMJ svoltasi presso San Paolo e Rio de Janeiro per cui mi ritengo fortunata di aver potuto esserne parte integrante. Il mio vero viaggio missionario, posso dirlo con le lacrime agli occhi per la felicità, si è compiuto nella prima intensa settimana a Itaquaquecetuba,dove ad accoglierci a braccia aperte vi erano magnifiche famiglie e persone di buon cuore con tanta voglia di dare e di ricevere da tutti noi giovani pellegrini proiettati in una realtà differente dalla nostra,con la quale invece siamo portati a relazionarci quotidianamente. Penso sia stata la durezza di quel "mondo" che ha fatto divampare un fuoco di emozioni e d'amore in tutti noi, stranieri in quel posto, ma pronti, chi più chi meno, a dare noi stessi pur di affondare le nostre radici in quella Terra Rossa. Felice per ciò che riporto con me nel cuore,triste per quello che non ho potuto approfondire, ho salutato la 'Terra del Fuoco' con un'ultima preghiera…che il sorriso sempre presente di quella gente possa arrivare fra noi per mezzo di noi ragazzi che in comunione abbiamo partecipato a questa sorridente JMJ 2013 di Rio de Janeiro.
 
 
Daniele Formisani

Quanto pesa il mio cuore…! Alla fine di questa 28a Giornata Mondiale della Gioventù a Rio De Janeiro, il mio cuore si è appesantito di tanta ricchezza che il Signore mi ha donato attraverso la sua grazia e da me accettata con grande fede e gioia. CHIAMATA,CAMMINO,TESTIMONIANZA, sono tre semplici parole che mi sono risuonate nella mente durante le mie riflessioni in questa GMG. All'inizio non volevo affrontare questo viaggio. le paure, i dubbi, erano tanti, ma poi ho accettato di andare perchè sentivo tutto ciò, come una chiamata che il Signore mi ha fatto…sicuramente per ascoltarlo, seguirlo, servirlo anche tra la povera gente e i tanti disagi del Brasile. Come ogni GMG, il cammino è lungo e stancante ma quando si ama qualcuno si riesce a fare qualsiasi cosa, persino a correre tra tre milioni e mezzo di persone, ma si corre verso chi? Sicuramente verso Gesù Cristo! Ho sentito molti che in questi giorni mi ripetevano: "Sei andato in Brasile per vedere il Papa? Ma tu sei matto ce l'hai qui a Roma, sono due passi? " Ma rispondo dicendo che insieme al successore di Pietro che è Papa Francesco abbiamo camminato tutti insieme incontro all'unico e indiscusso personaggio principale che è Cristo Gesù. "venite a me o voi tutti stanchi e io vi darò ristoro". Un semplice invito a ricaricarci della luce di Cristo per poi mettere in atto il tema di questa giornata: "ANDATE E FATE DISCEPOLI TUTTE LE NAZIONI". Ed ecco che si arriva alla testimonianza, ho tanto da raccontare, ma quello che il Signore vuole da noi è testimoniare concretamente con la nostra vita quello che lui stesso ha seminato nel mio cuore durante questo periodo di tempo; dalla settimana missionaria nelle periferie di san Paolo, in cui ho toccato con mano la povertà e ho vissuto il disagio che vivono queste persone giorno dopo giorno, alla spiaggia di Copocabana in Rio per il grande momento di grazia e fede vissuto insieme al Santo Padre e tra i tantissimi volti e innumerevoli lingue che riecheggiavano nei miei orecchi. Voglio ringraziare chi mi ha permesso di vivere questo momento bello ed indimenticabile della mia vita: al mio Vescovo, alla Pastorale Giovanile, a tutti i compagni che hanno condiviso con me quest'esperienza, e infine anche la mia famiglia, il mio parroco e tutta la mia comunità parrocchiale che mi hanno seguito con tanta preghiera e molto affetto…ci diamo appuntamento a Cracovia 2016!!!  

Emanuele di Pietro
Jmj 2013,la mia prima jmj….quando nel finire del 2012 venni a sapere che la giornata si sarebbe tenuta in Brasile é scattato qualcosa in me. Non potevo non partecipare! La terra della samba, del calcio e del Cristo Redentore! Avevo quindi qualche vaga idea di cosa potesse aspettarmi, ma mi sbagliavo alla grande. Il Brasile e i brasiliani sono qualcosa di indescrivibile a parole. Riescono ad essere felici con poco ma soprattutto trasmettono il loro benessere agli altri con incredibile facilitá. Hanno un carattere trascinante! Queste capacitá di rara bellezza confluiscono tutte nel loro modo di essere fedeli, un mix di allegria e amore. Amore,come quello mostrato da tutti i ragazzi di ogni paese e nazionalitá durante la settimana carioca nei confronti di papa Francesco e del nostro Signore. Custodiró tutto ció gelosamente all'interno del mio cuore, sapendo che il fuoco della fede non si estirperá mai se ad alimentarlo vi sará la tenacia della gioventú!
 

Giuseppe Ciccarelli
Esistono momenti della nostra vita dotati di particolare intensità, poiché scuotono la nostra apatia cristiana e umana e sono funzionali ad imprimere una nuova direzione alla nostra esistenza, per essere sempre “atleti di Cristo”, giovani che spendono tutte le proprie energie al servizio della Chiesa e del mondo. E la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro ha rappresentato uno di questi momenti, una tappa del percorso dell’uomo che non si può dimenticare. Risuona in me vivo ed autentico l’eco delle parole del Santo Padre pronunciate a noi giovani durante la veglia di preghiera dello scorso sabato 27 luglio: “Ragazzi e ragazze, per favore: non mettetevi nella “coda” della storia. Siate protagonisti. Giocate in attacco! Calciate in avanti, costruite un mondo migliore, un mondo di fratelli, un mondo di giustizia, di amore, di pace, di fraternità, di solidarietà. Giocate in attacco sempre!”. Essere protagonisti, seguire Cristo non significa necessariamente scegliere la vita consacrata, perché si può seguire Dio a prescindere da qualsiasi occupazione umana e professionale. Ogni cristiano è chiamato a testimoniare sempre la propria adesione alla chiamata di Cristo. Chi è insufflato dal Suo amore deve annunciare al mondo la parola di Dio, trasmettere agli altri l’esperienza della fede (“Andate e fate discepoli tutti i popoli”, Mt 28:19). In definitiva il cristiano è colui che ha deciso di mettere il Signore al centro della propria vita e che sente il bisogno di condividere con gli altri questa scelta di Amore. La GMG di Rio mi ha aiutato a rinsaldare la fede e mi sprona a testimoniare sempre Dio. Inoltre durante la settimana missionaria a Itaquaquecetuba ho potuto fare esperienza della cultura brasiliana, stando a stretto contatto con gente del posto. La comunità, nonostante le condizioni di forte indigenza, ci ha accolto con un calore umano che mai mi era capitato prima di avvertire. Non escludo di fare ritorno in Brasile nei prossimi anni per qualche esperienza di volontariato internazionale.
 

Filippo Perfetti 
E' difficile spiegare le impressioni a caldo perché c'è una grande confusione nella mia testa è come quando si prede una botta il dolore non si sente subito, ma due cose mi vengono subito in mente: la prima sono le famiglie che ci hanno ospitato perché pur vivendo nella miseria non si sono vergognate, e ci hanno messo a disposizione tutto quello che avevano che era poco ma questo poco è stato ingigantito dal loro immenso affetto e ospitalità, la seconda è il fiume di pellegrini proveniente da tutto il mondo che si è concentrato a Rio in un clima di festa,di gioia e di comunione 
 

Luca D’Andrea 
La GMG che si è appena conclusa mi ha insegnato a vedere le cose non per come appaiono ma per quello che sono veramente. In particolare durante la settimana missionaria vissuta a Itaquaquecetuba, nella periferia di Sao Paulo, ho avuto modo di conoscere persone che nella loro povertà erano sempre pronte ad aiutare il prossimo, come avvenuto nel nostro caso, accogliendoci nelle loro case. Nella settimana passata a Rio De Janeiro il momento più toccante è stato l'incontro con il papa, che, attraverso le sue parole, ha cercato di riportate la fede al centro della nostra vita. 
Un altro aspetto che ha colpito la mia attenzione é stata la fede dei brasiliani, che ci hanno dimostrato come pregare non sia soltanto un momento per dimostrare il proprio credo ma anche un modo per divertirsi con canti e piccole coreografie.
 
 
Andrea D’Aurelio

Nessuna esperienza è egocentrica, per questo voglio raccontarvi come ho vissuto la gmg di Rio de Janeiro. L’evento è stato suddiviso in due grandi settimane: quella missionaria che ci ha visti impegnati ad Itaquaquecetuba, un comune vicino San Paolo, e quella ufficiale a Rio. Dei primi sette giorni conservo un ricordo indelebile e mi ha colpito come gente povera che vive ogni giorno la pericolosità e la delinquenza, sappia esprimere la propria fede con gioia e allegria. Siamo stati travolti dal loro entusiasmo e dalla loro testimonianza cristiana. Un giorno, visitando una comunità, una signora con gli occhi velati dalle lacrime, ebbe a dirci: “ Siete arrivati voi, e oggi è il primo giorno che non si spaccia la droga”. Un’immagine che porterò sempre con me e che non dimenticherò mai. Di questa comunita’ mi ha colpito anche il modo con cui ci hanno accolto, ci hanno trattato come amici e non come stranieri. Non potevano permettersi molto, eppure le loro case sembravano le nostre case, e le loro abitudini le nostre abitudini. Di tanto in tanto mi chiedevo: “ Andrea, ma ti rendi conto che sei in Brasile?!?”. Sembrava tutto cosi familiare. La seconda settimana, quella dedicata ufficialmente alla gmg, mi ha dato modo di esprimere ancora il mio carattere, cantando e urlando a squarciagola nelle strade, nelle metro, nei locali di Rio. Indimenticabili restano gli eventi vissuti sul mare fidei di Copacabana. Sdraiato sulla spiaggia, mentre pregavo con il Santo Padre e con tre milioni di giovani, come Pietro sul monte Tabor osavo dire: “ E’ bello, per noi Signore, stare qui”. Desideravo l’eternità di quei momenti. Ma ora la poesia della gmg è finita e con la mia vita e la mia fede debbo scriverne la prosa. Mi auguro di conservare nel quotidiano la gioia. Non quella che dà il mondo, che si trova ovunque e dura una manciata di secondi. Mi riferisco alla gioia cristiana che scaturisce da un incontro vero con il Signore Gesù, la sola capace di appagare in pienezza il cuore umano. E poi, come si dice, ogni esperienza non può restare tale. Molte sono le emozioni che albergano nel mio cuore, tutte belle e positive. Sulle emozioni, in ogni caso, non si costruisce nulla. Perché la gmg non rimanga una “bolla di sapone”, dovrà provocare una decisione nella mia vita. Che la grazia di Dio mi sostenga e a tutti voi, che con la preghiera ci avete sostenuto e accompagnato, un grazie sentito e riconoscente.
 

Francesco M. Di Pietro
Vivere la Gmg nell'anno delle fede è stata per me una grande gioia, sono molto soddisfatto di aver fatto la scelta giusta qualche mese fa! Le emozioni che ho provato in queste due settimane  le porterò dentro di me per sempre, ma dovrò cercare anche di trasmetterle a più gente possibile. Poter condividere la fede in Gesù Cristo con persone della mia età, sentire un lungo applauso alla fine del Vangelo e stringere così tante e forti amicizie sono  situazioni che solo la Gmg può offrire. Adesso, tocca a noi essere cristiani coraggiosi come ci ha indicato Papa Francesco e far si che la scelta di aver preso parte a questo grande evento porti a decisioni concrete. La figura di Padre Beniamino penso possa essere di grande aiuto per noi giovani al fine di intraprendere la giusta strada.

 
GMG…UN’OCCASIONE DA NON PERDERE!!
Domenico Franceschelli
Come sempre la GMG ha fatto centro! Ha fatto centro nel cuore di tanti giovani presenti a Rio de Janeiro, ha fatto centro nelle riflessione nei milioni di telespettatori che hanno seguito la GMG in tv, ha fatto riflettere gli indecisi, ha fatto pensare anche i non credenti.
Perché siamo partiti dalla nostra diocesi , dall’Abruzzo, da tutto il mondo per andare in Brasile? Una gita? Un’occasione di vacanza? Un quindici giorni di svago? Forse per vedere le varie missioni? No, non credo. Siamo partiti in tanti per incontrare il Papa, o meglio per pregare tutti insieme il Signore della vita, per ricaricare la nostra vita spirituale e le nostre energie nonostante la stanchezza e qualche difficoltà. Per far vedere a tutti che vale la pena essere cristiani e soprattutto si può essere giovani e vivere il Vangelo.
La prima esperienza fatta in Brasile: ITAQUACHESETUBA, vicino San Paulo, una zona di “favelas” dove opera un sacerdote fidei donum di Avezzano. Piccole e semplici case ma con il cuore enorme per accoglierci, povere ma ricchissime di generosità. Da sacerdote ho potuto vedere che al centro di tutto non può più esserci il dippiù, ma l’essenziale, o meglio la persona umana! L’uomo che accoglie, che lavora, che prega, che sa divertirsi, che ringrazia il Signore anche se ha poco. I nostri giovani l’hanno capito. Hanno compreso che il cellulare all’ultimo grido, o i vestiti alla moda servono a ben poco oggi anche qui in Italia. La prima settimana ha messo al centro la fede di queste parrocchie e comunità pastorali. Sono realtà di una grandezza smisurata: fa riflettere che una sola parrocchia conta circa 12.000 abitanti con un solo sacerdote!! Potremmo dire come noi….
Tanti giovani abruzzesi hanno compreso la bellezza dello stare insieme, più che del letto di casa che manca; la vicinanza di noi sacerdoti e dei tre vescovi che ci hanno accompagnato ha fatto capire che la Chiesa c’è sempre vicino alle realtà giovanili.
La seconda settima? Tutta a Rio!! Ambiente logistico diverso ma maggiore presenza di Gesù. In attesa del Papa i vari vescovi hanno indicato nelle catechesi la realtà del desiderio di Dio, dell’amicizia con Gesù, della possibilità, se non del dovere, che tornati in Italia bisogna essere missionari di altri giovani. Non so se alcuni giovani leggeranno queste righe ma noi, cristiani adulti, o meglio sacerdoti, uomini e donne coniugati, religiosi, etc… diamo l’esempio? Fidatevi , non è un rimprovero, ma un pensiero che mi frulla in testa da dopo l’omelia del Papa a Copacabàna. In un attimo di silenzio di tre milioni di persone circa ( sono convinto che eravamo molti di più) il Papa ci ha invitato a chiedere qualcosa al Signore dal profondo del cuore, a vivere l’umiltà e la missionarietà. Da sacerdote e responsabile dei giovani ho capito anche che la Chiesa e giovane e viva, che ci si può divertire anche da cristiani…. A pensare che hanno ballato anche i vescovi e noi sacerdoti. 
Bella esperienza la GMG! Dalla fine della GMG inizia la missione! Essere cristiani è bello, essere giovani cristiani gioiosi è stupendo. Alla prossima GMG: A CRACOVIA! CIAO.